Ci sono partite che iniziano molto prima del fischio d’inizio.
Iniziano quando esci di casa, con la sciarpa al collo.
Quando incontri gli amici di sempre.
Quando fai la fila ai tornelli pensando:
“Oggi è la volta buona.”
Lo stadio è pieno.
Il coro sale.
La squadra entra in campo.
Per novanta minuti credi davvero che possa andare bene.
Ogni contrasto ti fa alzare.
Ogni tiro ti blocca il respiro.
Poi arriva quel momento.
Un errore.
Un rimpallo.
Una decisione che non capisci.
Silenzio.
Uno di quei silenzi che esistono solo allo stadio, quando migliaia di persone smettono di parlare tutte insieme.
Qualcuno guarda il tabellone.
Qualcun altro scuote la testa.
C’è chi applaude per non fischiare.
Tu resti lì, fermo, con la sensazione che quella spiaze te la porterai dietro per giorni.
Il fischio finale arriva quasi come una liberazione.
Non perché hai vinto.
Ma perché è finita.
All’uscita nessuno parla troppo.
Le battute sono poche.
Le facce dicono tutto.
Eppure lo sai già.
La prossima volta tornerai.
Perché il calcio è anche questo:
spiaze che fanno male… ma che non riesci ad abbandonare.
Ti è mai capitato?
Una partita vissuta allo stadio che ancora oggi ti torna in mente?
Raccontaci la tua.
Qui, tra chi le spiaze le capisce davvero.
Hai vissuto anche tu una spiaze memorabile?
Al bar, allo stadio, davanti alla TV o per colpa di una decisione arbitrale?
Scrivici e la tua storia potrebbe diventare un articolo firmato su Spiaze.it.